tartaruga azzannatrice

Tartaruga azzannatrice: chi ha abbandonato una specie pericolosa?

Chissà cos’hanno pensato i passanti, i turisti e il gestore della villa Comunale di Pomigliano d’Arco che hanno trovato un “tenerissimo” esemplare di tartaruga azzannatrice.  E chissà cos’hanno pensato trovandone un altro, nello stesso posto,  poche settimane dopo!

Nella testa vi starete immaginando una di quelle simpatiche tartarughine d’acqua che si acquistano in negozio, ma in questo caso non parliamo di quelle innocue testuggini.

La tartaruga azzannatrice, infatti, è una specie che predilige acque stagnanti o fiumi a lento corso e, se portata fuori dal proprio habitat, diventa particolarmente aggressiva, anche nei confronti dell’uomo. Per intenderci: un morso di questa dolce bestiola può staccare un dito ad una persona adulta. Tartaruga azzannatrice, appunto.

Due tartarughe azzannatrici abbandonate nello stesso luogo: è caccia all’uomo

A seguito di una segnalazione del responsabile alla gestione della villa comunale di Pomigliano d’Arco (NA), i carabinieri forestali del CITES (Nucleo per la tutela delle specie di flora e fauna selvatiche in via d’estinzione) sono intervenuti rinvenendo un esemplare di Chelydra Serpentina, la tartaruga azzannatrice appunto.

Questa specie di tartaruga rientra nell’elenco di esemplari considerati pericolosi per la pubblica incolumità, allegato a un Decreto Ministeriale del 1996.

Già agli inizi di aprile, meno di un mese prima, è stato rivenuto un altro esemplare di tartaruga azzannatrice nel medesimo luogo. Entrambi gli esemplari sono stati inizialmente portati presso un poliambulatorio veterinario e successivamente trasferiti allo zoo di Napoli.

Attualmente stanno continuando le indagini per individuare chi deteneva illegalmente ed ha abbandonato i due esemplari di tartaruga azzannatrice.

Decreto del ministero dell’ambiente 19 Aprile 1996

Nel decreto ministeriale del 1996 sono indicate tutte le specie animali che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica e di cui è proibita la detenzione.

La tartaruga azzannatrice rientra nell’art. 1 dell’allegato 3 del decreto, pertanto chiunque detenesse i due esemplari è punibile per legge non solo per la detenzione illegale, ma anche per il reato di abbandono di animali ex. Art.  727 c.p.

Seppur non si tratti di specie protette o pericolose, spesso anche le simpatiche tartarughine d’acqua di cui parlavo poco sopra vengono abbandonate in parchi con laghetti, pensando che essendoci l’acqua l’animale possa stare bene.  Non è così: la tartaruga nata in cattività ed inserita in un habitat che non le appartiene difficilmente potrà sopravvivere e modificherà l’ecosistema in cui si inserisce, senza considerare che si è comunque passibili di denuncia per abbandono di animali.

Quindi, anche nel caso di tartarughe non azzannatrici, non abbandonate mai l’animale ma, nell’impossibilità di gestirlo, portatelo ad un’associazione animalista che saprà prendersene cura ( es. ENPA, OIPA ecc.).

 

Per ulteriori informazioni su questo argomento, non esitare a scriverci a info@avvocatoanimali.it

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