Pony is the new pet: animale d’affezione?

Quante volte da bambini abbiamo sognato di avere un aitante cavallino –magari un bel pony rosa ed azzurro, con un corno in fronte – sul quale galoppare come libere principesse o valorosi cavalieri?

E quante volte i nostri genitori hanno accampato scuse come “ma tesoro, non è mica un animale da compagnia!”.

Bene: d’ora in poi dovranno trovarsi un’altra scusa perché il pony è stato ritenuto un pet, un vero animale d’affezione.

La storia del pony Sergente e di Carmelo

Come siamo arrivati a considerare il pony come animale domestico?

Questa rivoluzione giuridica la dobbiamo al sig. Carmelo ed al suo infinito amore per Sergente: il suo pony.

Un pony come amico? non per tutti

Giorni fa il sig. Calogero si è visto ordinare l’allontanamento del suo inconsueto amico dalla sua casa, sita in centro storico di Carovigno, piccolo paesino in provincia di Brindisi.

L’inizio di questa storia, però, ha origini più lontane.

Nel 2015 l’Asl aveva segnalato la presenza di un equino nel centro abitato, in aperta violazione del regolamento di igiene e sanità pubblica che vieta di detenere, nel centro abitato, animali che non siano ritenuti “da compagnia”. Il pony, infatti, non rientra nell’elenco di questi animali.

Già allora era stato intimato al sig. Calogero di allontanare l’equino dall’immobile facendolo ricoverare presso una stalla situata fuori dal centro abitato, ritenuta il luogo idoneo per gestire questo tipo di animali non ritenuti d’affezione.

In queste circostanze l’anziano pensionato aveva provveduto a depositare presso il Comune la documentazione medica volta a certificare che l’allontanamento coatto del pony gli avrebbe arrecato un peggioramento allo stato di salute.

A fronte di ciò, l’ASL aveva sottolineato l’importanza dell’altrui tutela ribadendo che “non si possono sottovalutare i diritti dei terzi che vanno fatti salvi, diritti che potrebbero essere lesi sia per la presenza di cattivi odori, sia per la produzione di insetti che proliferano in presenza di determinati animali. Pertanto, se è vero che va tutelata la salute del proprietario, è anche vero che non si possono ignorare le condizioni di salute dei vicini”.

Tanto detto quanto fatto, in assenza di un volontario allontanamento da parte del Sig. Calogero, il cavallino è stato coattivamente trasferito fuori dalla città.

Ma il suo proprietario ha deciso di fare ricorso al Tar e di seguire Sergente, trascorrendo le notti presso la stalla dove il suo anomalo amico era stato sistemato.

Il tar di Lecce considera il pony un “amico”

I giorni scorsi il Tar di Lecce ha accolto il ricorso dell’anziano, annullando l’ordine di allontanamento del pony.

<< La convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia approvata a Strasburgo nell’87 – sostengono i giudici amministrativi- sebbene non consenta di considerare il pony quale animale da compagnia, non lo esclude espressamente. Ci sono gli estremi per un’interpretazione estensiva del concetto. >>

A sostegno di ciò, il padrone è stato in grado di dimostrare che l’animale è tenuto in buone condizioni igieniche e che la compagnia del pony giova alla sua salute, come dimostrato da certificati medici allegati al ricorso.

I giudici riconoscono l’importanza di soppesare i diritti dei vicini e del ricorrente, il quale li rispetta accudendo e tenendo in buoni condizioni igieniche il pony, come dimostrato dalla documentazione apportata.

Quindi il pony è un considerabile un animale domestico?

No, questa non è una decisione generalizzabile a qualunque situazione avente ad oggetto dei pony. La decisione dei giudici è stata presa ricalcando il caso del sig. Calogero e di Sergente, decisamente anomalo e singolare.

Ma il principio su cui si basa la pronuncia è estremamente positivo: hanno saputo interpretare in maniera estensiva ed elastica la suddetta convenzione Europea, riuscendo ad inquadrare un pony come animale domestico, tenuto e curato con un vero membro della famiglia dal suo padrone, così garantendogli le tutele necessarie.

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