New York- Il Giudice ascolta le ragioni degli scimpanzé
Leggiamo su R.it una notizia che ha fatto esultare gli animalisti di tutto il mondo (e noi con essi): un Giudice di New York ha convocato in aula gli avvocati della Nonhuman Right Project – che perorano i diritti di due scimpanzé destinati alla sperimentazione animale – per sentire le ragioni della loro protesta.
Dopo la sentenza che ha visto il trasferimento dell’Orango Sandra dallo zoo di Buenos Aires ad una riserva, riconoscendo il diritto alla libertà di scimmie e primati, questa apertura a favore degli scimpanzé segna un altro passo verso una legge più attenta ai diritti dei primati e degli animali in generale.
Riportiamo l’articolo di R.it:
NEW YORK – Gli animalisti cantano vittoria, Hercules e Leo – due scimpanzé destinati alla sperimentazione animale applicata dalla Stony Brook University di Lond Island (New York) – o per essere più esatti chi li rappresenta, potranno far valere le proprie ragioni in tribunale.
Per la prima volta un giudice (Barbara Jaffe della Corte Suprema di New York) ha equiparato in qualche modo la condizione dei due animali a quella dei detenuti umani. Non si tratta del riconoscimento dell’Habeas Corpus (che nel diritto anglosassone è l’ordine di un giudice per portare un prigioniero al suo cospetto onde verificarne le condizioni ed eventualmente riconoscere una detenzione illegale) per gli scimpanzé. Lo ha voluto precisare la stessa Jaffe dopo che il Nonhuman Right Project (l’organizzazione che si era rivolta al tribunale) aveva invaso la rete con i propri comunicati e le agenzie di stampa avevano (erroneamente) rilanciato la notizia dell'”Habeas Corpus per gli scimpanzé”.
La giudice ha chiarito che si tratta solo di un modo di convocare le parti per esporre in aula il proprio punto di vista. Quindi non il riconoscimento della personalità giuridica dei primati, ma piuttosto delle ragioni che spingono il Nonhuman Right Project a perorarne la loro causa di “scarcerazione”. “Habeas Corpus” o meno, quella del giudice newyorchese è una “sentenza” di grande importanza. Per il Nonhuman Right Project – che si batte per liberare Hercules e Leo dalla “prigionia” alla Stony Brook University e vuole che vengano trasferiti in un santuario naturale in Florida (“Save the Chimps” a Fort Pierce, dove centinaia di altri scimpanzé vivono in una struttura dove è stato ricreato un habitat simile a quello africano) – la cattività dei due primati è del tutto illegale in quanto sono creature “autonome ed intelligenti”.
La Corte che verrà chiamata a discutere del caso (il prossimo 6 maggio) dovrà stabilire se l’università di Long Island ha, o meno, il diritto di impedire il trasferimento dei due animali in Florida. Negli Stati Uniti, sono diversi i casi patrocinati dal Nonhuman Right Project, il cui fondatore (l’avvocato animalista di Boston Steven Wise) è convinto che una sentenza favorevole agli scimpanzé possa aprire la strada ad analoghe istanze per delfini, elefanti e balene.
Per ora le ingiunzioni di liberazione degli animali in cattività da parte dei tribunali (non solo negli Usa, ma anche in altre parti del mondo) riguardano in genere casi di maltrattamento.
C’è però un precedente, in Argentina, dove i giudici hanno riconosciuto l’orango Sandra come “persona – non umana” e, in quanto tale, le avevano dato il diritto di essere liberata, in quanto “illegittimamente tenuta prigioniera”, dopo 29 anni passati in uno zoo.
(Fonte: R.it)