La Cassazione condanna i proprietari di un circo con animali
Dopo ben 10 anni dal sequestro di animali effettuato nei confronti di un circo con animali è arrivata finalmente la sentenza definitiva della Corte di Cassazione: una condanna nei confronti dei proprietari del circo per maltrattamento.
Sequestro di animali e condanna: la storia del Circo Martin
Era il 2014 quando la Lav (Lega Anti Vivisezione) presentava una denuncia per maltrattamento di animali contro il Circo Martin, facendo partire un’inchiesta che, dieci anni dopo, avrebbe portato ad una condanna definitiva per maltrattamento di animali.
Tutto partì quando il circo si insediò a Arzachena (Sassari) e i volontari della Lav a seguito di un controllo si accorsero delle pessime condizioni in cui vertevano tigri, leoni, cammelli, elefanti, ippopotami, scimmie e serpenti. Le bestie venivano infatti detenute in gabbie anguste, che non consentivano loro di muoversi o socializzare con animali della loro stessa specie, in aggiunta ad una inadatta nutrizione che ne metteva a rischio la salute e a documentati e reiterati maltrattamenti da parte dei dipendenti del circo.
In seguito ad accurate verifiche, l’autorità giudiziaria aveva disposto il sequestro di tutti gli animali del circo, poi affidati all’associazione denunciante (che a tutt’oggi se ne prende ancora cura).
Circo con animali: i gradi di giudizio e le sentenze
La prima sentenza di condanna era arrivata nel 2022, quando il Tribunale di Tempio Pausania aveva condannato i due proprietari del circo a quattro mesi di reclusione per maltrattamento di animali, sentenza poi confermata l’anno successivo dalla Corte d’appello di Cagliari ed ora, con una recente pronuncia, anche dalla Corte di Cassazione.
Il reato di maltrattamento di animali
Il reato per cui sono stati condannati i proprietari del circo con animali è quello disposto dall’art. 544 ter del Codice penale (chiamato, per l’appunto, maltrattamento di animali) e si configura quando “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale”.
Come si legge dalla lettera della norma il legislatore ha voluto punire sia i reati di “mera condotta” – da intendersi come quelli in cui chi commette l’illecito sottopone materialmente a sevizie o a comportamenti/ fatiche insopportabili gli animali – che i reati di “evento” – ossia chi produce una lesione all’animale per crudeltà o senza necessità.
Secondo i giudici di legittimità, dunque, i proprietari del circo con animali sono da ritenersi colpevoli di aver inflitto inutili sofferenze agli animali che avevano il compito di accudire e proteggere.
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