Il rapporto Zoomafia 2018 di LAV
Il rapporto zoomafia stilato da Lav con il Patrocinio dell’Arma dei Carabinieri è stato presentato l’11 Luglio 2018 presso il Comando Unità Forestali e Agroalimentari dei Carabinieri. Da tale studio emerge la presenza disarmante di infiltrazioni della criminalità nei diversi settori ove vi sia il coinvolgimento di animali di vario genere.
I reati aventi ad oggetto lo sfruttamento di animali, sempre più spesso vengono posti in essere da soggetti o da gruppi di individui che risultano essere legati o tramite concorso (ex art. 110 c.p.) o da un vero vincolo associativo alla criminalità organizzata (ex art. 416 c.p. o, se criminalità organizzata di stampo mafioso, art. 416 bis c.p.).
I 9 settori di infiltrazione rilevati dal rapporto Zoomafia
È evidente, dagli studi effettuati, come ogni anno migliaia e migliaia di animali siano vittime di abusi da parte di criminali. Secondo il rapporto Zoomafia, i settori impiegati possono essere differenti:
- In primo luogo purtroppo troviamo ancora i combattimenti tra animali. È un fenomeno complesso che riguarda soggetti differenti. I reati, infatti, possono essere posti in essere da categorie di individui diverse: da un lato allevatori abusivi di cani c.d. “da presa”, delinquenti locali e/o improvvisati per mero guadagno semplice; d’altra parte il rapporto zoomafia rileva come vi siano anche casi riconducibili alla vera e propria criminalità organizzata, formalmente strutturata e ben coordinata;
- In secondo luogo, il settore dell’ippica attira l’attenzione dei malavitosi. I dati infatti parlano chiaro: nel 2017 sono 15 gli interventi effettuati dalle forze dell’ordine con 6 corse clandestine bloccate e 82 persone denunciate, di cui 61 persone arrestate e 20 cavalli sequestrati. Dal 1998 (anno in cui si è iniziato a raccogliere i dati per i rapporti Zoomafia) sono state denunciate 3484 persone, 1295 cavalli sequestrati e 122 corse e gare clandestine bloccate;
- Ambito ormai diffuso e conosciuto è quello della tratta illegale di cuccioli di simil-razza. Cuccioli creati (utilizzo questo termine poiché questi cani vengono effettivamente creati come fossero merce, con catene di produzione ai limiti della sopravvivenza delle fattrici che, infatti, spesso muoiono tra atroci sofferenze e nella sporcizia e non curanza più totale) in situazioni igienico-sanitarie decisamente precarie, privi di pedigree delle autorizzazioni e dei controlli veterinari necessari. Secondo i dati forniti dagli organi di Polizia, tra il 2015 ed il 2016 sono stati sequestrati 964 cani e 86 gatti (dal valore complessivo di Euro 717,800);
- La gestione dei c.d. canili (spesso pubblici) “lager” è purtroppo spesso in mano alla criminalità organizzata: canili che garantiscono agli sfruttatori di questi animali introiti ed entrate sicure e cospicue che, purtroppo, arrivano direttamente dalle amministrazioni locali, per il mantenimento di queste strutture;
- L’ambito della caccia non è esente da tale discorso: il rapporto Zoomafia evidenzia come alcune ‘Ndrine siano particolarmente interessati alla caccia di frodo e alla vendita di fauna selvatica. Numerose sono le infiltrazioni della criminalità organizzata nella cattura e nella vendita di cardellini e altri piccoli uccelli che vengono poi illegalmente rivenduti ai mercati di fauna (il più noto è quello di Ballarò di Palermo).
- Il bracconaggio ittico nelle acque interne è un fenomeno in piena diffusione che crea molta preoccupazione, oltre per la condotta illecita, anche per gli innumerevoli danni ambientali alla flora ed alla fauna: in alcune province del Nord i fiumi sono saccheggiati illecitamente da pescatori di frodo “paramilitari” (la maggior parte dei quali sono stranieri dell’Est Europa). Quest’attività è risultata essere ben organizzata, gli autori sono infatti organizzati e strutturati in maniera gerarchica, con centinaia di “addetti” che agiscono in squadre e che dispongono di abbondanti mezzi e risorse materiali.
- Nell’ambito degli allevamenti, della pastorizia, della macellazione e distribuzione di carne, la situazione è particolarmente grave: ogni anno spariscono nel nulla, senza traccia alcuna, circa 150.000 animali.
- Nell’ambito dell’ittica la situazione non è migliore: il rapporto Zoomafia riporta i dati dell’operazione contro un clan mafioso, che ha portato a 37 arresti e al sequestro di beni per 11 milioni di Euro. Il clan si occupava di una rete internazionale con infiltrazioni nel mercato del pesce della Sicilia e con interessi anche su Roma e Milano. Scenari simili si trovano in Calabria con il clan Muto, in Campania, in Sicilia ed in Puglia.
- Infine, la zoocriminalità minorile. Spesso, in questi ambienti ma non solo, viene sviluppata una sistematica forma di violenza contro gli animali. In particolare, la zoomafia ha come riferimento un modello di vita basato sulla prevaricazione, l’aggressività e il disprezzo per le ragioni altrui. Un problema, questo, che si riscontra anche al di fuori della violenza sugli animali.
Zoomafia: ecco i numeri
A seguito di quanto evidenziato dal rapporto zoomafia, la LAV ha siglato un Protocollo d’intesa per rafforzare la prevenzione ed il contrasto dei reati a danno degli animali. I procedimenti nel 2017, rispetto all’anno precedente, sono aumentati del +3,74% mentre gli indagati sono diminuiti del -1,08%. Nello stesso anno si è registrata una riduzione del 10% dei reati: la diminuzione del numero di indagati può però segnalare una flessione nella repressione de reati contro gli animali perpetrati in modo organizzato o con il concorso di più persone.
La LAV ed i Carabinieri, comunque, proseguono il proprio incessante e fondamentale lavoro per scongiurare la presenza di criminalità (organizzata e non), al fine di eliminare o, quantomeno, limitare l’azione di zoomafia spesso presente in questi contesti.
Per ulteriori informazioni su questo argomento, non esitare a scriverci a info@avvocatoanimali.it
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