Reggio Calabria: gatto ucciso a bastonate dal bidello
A Reggio Calabria è indignazione per il gatto ucciso nella palestra di una scuola elementare dal bidello chiamato dalla maestra ed accorso per farlo uscire. Le forti accuse e proteste nei suoi confronti sono sostenute anche da una petizione volta all’ottenimento del licenziamento e della condanna dell’uomo
Il bidello assassino e il gatto ucciso a bastonate
Pochi giorni fa, in un istituto comprensivo di Gioia Tauro, si è svolto un macabro avvenimento che fa notevolmente discutere Un bidello, chiamato dalla maestra per allontanare un gatto introdottosi nella palestra della scuola, avrebbe invece ucciso a bastonate senza pietà l’animale.
A differenza di quanto riportato dalle prime notizie giornalistiche, al momento dell’uccisione non ci sarebbero stati bambini presenti, i quali erano invece all’aperto a svolgere l’attività ginnica. Nonostante l’assenza di minori, l’efferato gesto dell’uomo ha lasciato tutti senza parole.
La denuncia del gatto ucciso
La tanto violenta quanto gratuita vicenda è stata denunciata da Maria Antonia Catania, delegata di “Animalisti Italiani”, la quale si è rivolta al Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale chiedendo un repentino intervento.
Quest’ultimo, una volta contattato il dirigente scolastico ed avuto da lui la conferma di quanto successo, ha commentato dichiarando che “quanto accaduto nella scuola è da annoverarsi tra le denunce più raccapriccianti che io abbia mai raccolto nel corso del mio mandato istituzionale”.
Per questo ha chiesto l’inasprimento delle pene per chi maltratta gli animali “Chiedo alle autorità scolastiche preposte di intraprendere immediatamente le misure previste nei confronti di questo signore, ed all’autorità inquirente e giudiziaria di valutare non solo la crudeltà contro il povero animale, ma le ripercussioni emotive che i piccolini si porteranno dietro“.
Gatto ucciso a bastonate: reato di uccisione di animali? La petizione su Facebook
Appresa la notizia, il mondo del Web si è subito attivato lanciando una petizione e chiedendo l’applicazione del massimo della pena e delle sanzioni nei confronti dell’uomo, aggiungendo “Non ha avuto nessuna pietà e nessuna pietà deve essere usata nei confronti di chi si è comportato in modo crudele uccidendo un esserino inerme con inaudita crudeltà”.
L’art. 544 bis del Codice Penale inerente all’uccisione di animali prevede che “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”.
Nel caso del povero gatto ucciso a bastonate sembrerebbe presentarsi proprio la situazione di “crudeltà o senza necessità” richiesta dall’articolo menzionato.
Al momento il bidello, un 63enne gioiese che in molti hanno descritto come un uomo mite e ligio al dovere, è stato deferito in stato di libertà dalla Procura della Repubblica di Palmi, a seguito della segnalazione fatta dall’Osservatorio sui diritti dei minori della Regione Calabria, seguita da una -scontata- e successiva denuncia dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali).
Critiche anche verso l’insegnante per il gatto ucciso
Emanuela Bignami, responsabile nazionale randagismo degli animali, senza alcun dubbio punta il dito anche contro i docenti sostenendo che “siamo in un luogo che dovrebbe essere d’insegnamento non solo delle materie scolastiche, ma di vita. I piccoli sono sotto shock, colpiti da una violenza efferata che l’insegnante non ha nemmeno provato a fermare. Servono pene molto più gravi per chi aggredisce gli animali”.
Per ulteriori informazioni su questo argomento, non esitare a scriverci a info@avvocatoanimali.it
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