La cura e la detenzione di animali domestici
Uno degli aspetti più interessanti del diritto degli animali, ramo dell’ordinamento in continua espansione, riguarda la cura e la detenzione dei nostri amici a quattro zampe.In tale ambito, soprattutto in riferimento agli animali domestici, esistono delle regole generali che comportano una serie di doveri e di obblighi in capo alle persone proprietarie di un animale. Uno dei principi fondamentali riguarda la conoscenza, da parte del proprietario, delle caratteristiche fisiche e comportamentali dell’animale e l’informazione in merito alla normativa vigente.
Ad esempio, il proprietario di un cane, animale domestico per eccellenza, deve essere sempre responsabile del suo benessere, controllo e conduzione e risponde, sia civilmente sia penalmente, dei danni o delle lesioni a persone, animali e cose provocate dall’animale stesso. In caso di necessità, il cane deve essere affidato a persone in grado di gestirlo correttamente. Tra i vari obblighi rientra anche l’educazione dell’animale, in modo tale che il suo comportamento sia adeguato alle specifiche esigenze di convivenza con persone ed altri animali all’interno del contesto in cui vive.
Poiché ci occupiamo da tempo di tale materia, molti clienti ci contattano per avere pareri in merito a svariate situazioni, alcune anche un po’ “particolari”: vi è, ad esempio, chi detiene un ingente numero di animali domestici nella propria abitazione e vuole conoscere le conseguenze legali che tali situazioni possono comportare nei confronti delle altre persone coinvolte.
Proprio a questo proposito, può risultare interessante prendere in considerazione due casi recenti che hanno a che fare con questo tipo di situazioni.
Il primo, più recente ed ancora in evoluzione, riguarda un procedimento giudiziario iniziato il marzo scorso a carico di una 63enne di Napoli accusata di maltrattamento di animali e di detenzione in condizioni incompatibili. La donna avrebbe infatti detenuto, in tremende condizioni igienico sanitarie, più di 80 animali tra cani e gatti, tutti reclusi nei pochi metri quadrati dell’appartamento. Secondo l’accusa, gli animali erano costretti a vivere in ambienti privi di luce e con un caldo soffocante, tra le loro stesse deiezioni, e in mezzo a vetri rotti molto pericolosi per la loro incolumità.
Il secondo caso, risalente a gennaio 2016, riguarda una donna di Olgiate Comasco che viveva con 36 cani di razza chihuahua tenuti nel suo appartamento di 80 metri quadri. La signora è stata denunciata per maltrattamento di animali, poiché deteneva i cani in condizioni incompatibili con la loro natura: infatti non sussisteva la possibilità di movimento adeguato e non era loro garantito lo spazio minimo di sopravvivenza, circostanze che provocavano notevoli sofferenze nei confronti dei cani. La situazione è stata poi risolta dai Carabinieri che, in seguito a una segnalazione, hanno messo sotto sequestro gli animali e li hanno trasferiti in una struttura specializzata.
In situazioni del genere è necessario valutare se la persona abbia consapevolmente detenuto gli animali nelle terribili condizioni descritte, magari per disinteresse o per negligenza, oppure se si tratti di un caso di accumulazione seriale di animali, in cui sono coinvolte l’attrazione e l’ossessione della persona per un determinato tipo di animale e che può rappresentare una vera e propria patologia.
In particolare, le due vicende implicano un aspetto giuridico molto interessante, costituito dai riflessi che tali situazioni possono comportare in merito alla giurisprudenza in materia di reati in danno agli animali.
Infatti si può già notare come si stia sempre più assottigliando il confine tra le due fattispecie di reato in oggetto, ossia il maltrattamento di animali (art. 544 ter del codice penale) e la detenzione in condizioni incompatibili degli stessi (art. 727 del codice penale) e di come, anche in virtù di una linea giurisprudenziale sempre più diffusa che considera la detenzione di animali in condizioni incompatibili alla stregua di un vero e proprio maltrattamento, sia possibile che chi detenga un notevole numero di animali nella propria abitazione, in condizioni non idonee, venga colpito da pene pesanti, quali la reclusione o la multa fino a 30.000 euro.
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