animale in fin di vita

Animale in fin di vita? Attenzione a non correre troppo perché…

Chi viola il codice della strada per salvare un animale in fin di vita è comunque tenuto a pagare la multa perché, secondo la Corte di Cassazione, la situazione terminale dell’animale non giustifica la violazione delle disposizioni del codice della strada…

Il veterinario che deve pagare la multa per aver voluto salvare un cane in fin di vita

Con ordinanza n. 4834/2018 del 1 Marzo la Corte di Cassazione ha imposto il pagamento della multa derivante dalla violazione del codice della strada, ad un veterinario che si è precipitato a salvare un cane in fin di vita.

Il veterinario è stato multato per aver sorpassato autovetture ferme ad un semaforo rosso e per aver invaso l’opposta corsia di marcia tenendo una velocità pericolosa in centro abitato: tutto questo per cercare di arrivare il prima possibile a prestare le cure necessarie ad un cane affetto da osteosarcoma in fase terminale.

La vicenda giudiziaria

Inizialmente il veterinario proponeva opposizione sostenendo di aver agito in stato di necessità per prestare le cure urgenti ad un “paziente” terminale.

Il giudice di pace di Ancona prima e, successivamente all’impugnazione del Ministero dell’Interno e della Prefettura di Ancona, il giudice di secondo grado poi, davano ragione al veterinario uniformandosi ad una precedente sentenza (sentenza n. 25526/2009) secondo cui “nel concetto di stato di necessità ai sensi dell’art. 54 c.p. è inclusa ogni altra situazione che induca all’uccisione o al danneggiamento dell’animale per evitare un pericolo imminente o per impedire l’aggravamento di un danno giuridicamente apprezzabile alla persona propria o altrui o ai beni, quando tale danno l’agente ritenga altrimenti inevitabile, e che un cane è sicuramente un bene patrimoniale”.

A seguito di queste pronunce che favoriscono il veterinario, però, il Ministero dell’interno e la Prefettura hanno fatto nuovamente ricorso, questa volta dinnanzi alla Corte di Cassazione che, con ordinanza 4834/2018, ha ribaltato il verdetto precedente sostenendo “l’esclusione della responsabilità per violazioni amministrative derivante da stato di necessità richiede una effettiva situazione di pericolo imminente di danno grave alla persona, non altrimenti evitabile, o l’erronea persuasione di trovarsi in tale situazione”.

Il verdetto finale

Pertanto non è invocabile lo stato di necessità quando la situazione di pericolo riguardi un animale, a prescindere che sia un animale in fin di vita.

Secondo la Corte, quindi, il dovere deontologico-professionale di prestare le cure richieste non autorizza il veterinario a violare le norme sulla circolazione stradale, potendosi adempiere questo dovere senza necessariamente violare queste ultime.

In più è stato ritenuto privo di incidenza il fatto che la Polizia stradale abbia scortato a destinazione il veterinario dopo averlo dapprima fermato per le infrazioni commesse.

A seguito di tutte queste considerazioni, quindi, la Suprema Corte ha purtroppo confermato la multa al veterinario che ha voluto tempestivamente compiere il proprio mestiere volendo solo alleviare le sofferenze del piccolo animale in fin di vita.

Per qualsiasi informazione, dubbio o chiarimento, non esitate a contattarci all’indirizzo info@avvocatoanimali.it

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