Cani investiti: responsabilità penali
Di questi tempi, si rinvengono sempre più spesso casi di cani investiti – colposamente, se non addirittura volontariamente – da soggetti che omettono di fermarsi a prestare soccorso e cure immediate, causando la morte dell’animale.
Il caso in esame ha visto come protagonista negativo della vicenda un conducente di un furgone della nettezza urbana di Foggia, il quale, dopo aver notato l’animale a bordo strada – in prossimità della recinzione dell’officina presso cui l’animale viveva – lo ha volontariamente investito, lasciandolo agonizzante sull’asfalto, causandone l’uccisione.
La prova inconfutabile della dinamica dell’incidente è stata fornita dalle telecamere di sorveglianza dell’officina del padrone dell’animale che hanno ripreso l’accaduto.
Il conducente è stato dunque condannato in primo grado a sei mesi di reclusione – e al pagamento delle spese legali – per il reato previsto dall’art. 544 bis c.p., secondo cui “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”.
Riconoscimento della responsabilità penale in caso di cani investiti
L’esito del processo è stato accolto con favore dall’Organizzazione Internazionale per la Protezione degli Animali (OIPA), che ha seguito da vicino l’iter giudiziario.
A riguardo, l’avvocato Claudia Taccani, responsabile Sportello Legale OIPA, ha così commentato: “È stata riconosciuta la gravità della condotta di un uomo che ha volutamente causato la morte di un essere vivente. Tale sentenza è un precedente importantissimo e raro da un punto di vista legale, in quanto la condanna, anche se di primo grado, è per uccisione di animale e non per la violazione del Codice della Strada, essendo così riconosciuta la responsabilità penale del soggetto investitore”.
Tuttavia rimane il sospetto che ci si trovi davanti a un serial killer per il numero di cani investiti in quella zona.
Infatti, i volontari dell’OIPA hanno raccolto testimonianze attestanti che nel corso dell’ultimo anno si sono registrati nella zona il ferimento o l’uccisione di circa quindici cani, sia di proprietà che randagi, e pertanto sorge il ragionevole sospetto che il guidatore e il veicolo possano essere gli stessi già oggetto della sentenza di condanna.
In merito alla vicenda si è espressa anche Linda Tortorelli, delegata OIPA di Foggia e provincia: “come associazione abbiamo fatto un esposto perché sia fatta chiarezza su questa inquietante serie di uccisioni e ci costituiremo parte civile nell’eventuale procedimento penale a carico dell’investitore. Non è ammissibile che degli esseri viventi siano considerati bersagli per sadici divertimenti: i cani randagi sono sotto la tutela del comune, quindi la loro uccisione deve essere perseguita come reato. Ci auguriamo che l’autorità giudiziaria punisca il colpevole di questo vergognoso crimine”.
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