Separazione e affidamento dell’animale di casa
In tema di separazione e affidamento dell’animale domestico, riceviamo ormai quasi quotidianamente richieste di aiuto da coppie che, in via di separazione, si trovano a dover discutere dell’affidamento dell’animale di casa.
Così, spesso, gli animali domestici diventano il pomo della discordia quasi al pari dei figli ed entrano sempre più nelle aule di Tribunale: sono i giudici quindi, nelle cause di separazione, a dover affrontare tutte le questioni in ordine all’animale di famiglia oggetto della contesa; ed allora vedremo Giudici statuire sulle spese relative all’animale domestico, quali quelle per il mantenimento quotidiano e per le cure veterinarie, oppure su chi debba portarlo a spasso o possa tenerlo con se qualche giorno in via alternativa.
Il grosso problema è che non vi è alcuna norma specifica che regolamenti il diritto di visita o il mantenimento dell’animale ed i Giudici sono chiamati a decidere in modo discrezionale, secondo il loro prudente apprezzamento, basandosi spesso sulla taglia del cane (un chihuahua mangia pochi grammi di crocchette al giorno, un alano arriva quasi ad un kg) o sul legame affettivo dei figli minori verso l’animale.
Il nostro consiglio è quindi quello di cercare sempre un accordo ed approntare una scrittura privata che, se ben formulata, consenta di individuare un percorso prestabilito e condiviso nella gestione dell’animale quando la coppia si separa.
Nel caso in cui non si riesca a trovare un accordo, la decisione sull’affidamento dell’animale domestico è quindi rimessa al prudente apprezzamento del Giudice, il quale effettuerà una valutazione comprensiva di tutti gli elementi della lite familiare ponendo anche attenzione sul fatto che, la sottrazione dell’animale all’altro coniuge, non abbia come unico obiettivo la vendetta personale.
Non ci resta quindi che sperare che il progetto di Legge “Brambilla”, di cui abbiamo già discusso in precedenti articoli di questa pagina, diventi Legge a tutti gli effetti quanto prima.
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