Famiglia di cinghiali uccisi in un parchetto a Roma, Enpa dice basta
Una famiglia di cinghiali è stata narcotizzata e uccisa in un parco pubblico a Roma, invece di essere ricondotta in ambiente selvatico. L’Enpa chiede l’accertamento di responsabilità alla Regione.
Poche sere fa una mamma cinghiale assieme ai suoi sei cuccioli ha avuto la sfortuna di dirigersi verso un parchetto pubblico di Roma, dov’è stata avvistata e segnalata agli organi preposti dai diversi frequentatori della zona.
Gli organi intervenuti però, dopo aver sedato la piccola famigliola pelosa, anziché rimetterla in natura al sicuro lontano da rischi per sé e per gli altri, ha optato per la decisione più cruenta: ucciderli tutti.
È così che si è conclusa questa terribile vicenda: con la morte di sette animali che non avevano fatto del male a nessuno e che, dopo essere stati sedati, potevano essere trasportati altrove senza creare ulteriori fastidi. Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) appresa la notizia ha subito scelto di scendere in campo e far luce sulla questione: che necessità c’era di uccidere questi esemplari di fauna selvatica che non rappresentavano un rischio per alcuno?
Le richieste di Enpa: accesso agli atti per accertare le responsabilità
Sul sito di Enpa la situazione viene descritta come una vera vergogna e i fatti così riportati: una mamma cinghiale e i suoi cuccioli sono stati prima narcotizzati e poi uccisi, nonostante ci fossero altre soluzioni percorribili. Cuccioli di cinghiale uccisi in un parco giochi per bambini: un luogo di divertimento per i piccoli trasformato in un luogo di morte.
L’Ente Nazionale Protezione Animali ha richiesto di poter accedere agli atti per accertare le reali responsabilità e si è dichiarato pronto a procedere per vie legali. Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa, dichiara: “Abbiamo assistito a uno spettacolo orribile dove i diritti degli animali ma anche quelli di cittadini che hanno lottato fino all’ultimo per la possibile salvezza di questa mamma con i cuccioli sono stati calpestati in un modo vergognoso. Le soluzioni alternative c’erano eccome e sono state presentate innumerevoli volte sia in situazioni e contesti di “normalità” sia in quella “emergenziale” di ieri. Le Associazioni, infatti, si erano mobilitate per permettere lo spostamento dei cinghiali in un’altra zona ma non ci è stato permesso.”
L’accusa alle amministrazioni regionali e comunali
Com’è noto, l’ente locale preposto alla cura e alla responsabilità dei danni derivanti dalla fauna selvatica è la Regione (come avevamo parlato in questo articolo https://www.avvocatoanimali.com/danni-causati-animali-selvatici-responsabile-regione/) , che assume tutte le decisioni in merito, in collaborazione con comuni e province. Ed è proprio in merito a queste discusse decisioni che la Presidente Rocchi accusa le amministrazioni dichiarando che “Quanto avvenuto è il frutto di politiche non collaborative del Comune di Roma e della Regione Lazio che in questi ultimi anni hanno metodicamente ignorato tutte le proposte delle associazioni animaliste e ambientaliste, in particolare la Regione che ha la responsabilità della fauna selvatica. Abbiamo scritto più volte al Presidente della Regione Lazio senza riceve mai una risposta. Una cosa però è certa: queste morti non saranno dimenticate. La fauna selvatica è bene indisponibile dello Stato e utilizzeremo tutti gli strumenti che abbiamo, facendo anche fronte comune con le altre associazioni, per individuare le responsabilità e affinché queste oscenità indegne di una società civile non accadano mai più!”
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