La storia del cane sequestrato: torna a casa, Miro!
Ma non era “torna a casa Lessie”? Ma poi è una storia vecchia quella del cane sequestrato, un film del 1948!
Ah no? Ah.. parliamo di un cane sequestrato alla sua famiglia perché abbaiava? Ma è un nuovo film, quindi? Ah no, è una storia vera successa nel 2018. Ah…
La storia di Miro, il cane sequestrato perché abbaiava troppo
Roverè della Luna (TN) – Marzo 2018
Nel corso dei mesi scorsi Eva Munter, la padrona del cane di razza pastore abruzzese di nome Miro, è stata querelata due volte dai suoi vicini di casa per disturbo della quiete pubblica. Tali querele hanno attivato due processi penali che hanno portato a multe di Euro 70,00 e 154,00.
L’accusa del vicino è quella di venire continuamente disturbato dal cane Miro che, abbaiando incessantemente, non permette un adeguato riposo notturno. Per dimostrare quanto affermato, il vicino accusatore si è avvalso della collaborazione di esperti che hanno evidenziato che i decibel causati dall’abbaio del cane sarebbero oltre la soglia consentita.
La padrona si è difesa sostenendo che:
- il contesto abitativo è un contesto di villette singole separate da tratti di campagna, per cui sembra strano che Miro abbaiasse così forte da farsi sentire a 300 metri di distanza, dove risiede il vicino accusatore;
- molte delle villette hanno dei cani: come si può affermare che fosse proprio Miro a disturbare?;
- nessun altro vicino della sig.ra Munter si è mai lamentato del rumore;
- Numerose volte il vicino ha richiesto l’intervento dei vigili i quali, giunti sul posto, non hanno mai trovato il cane abbaiare nonostante i lunghi appostamenti.
Malgrado le diverse difese apportate dalla padrona di Miro , il 22 Marzo 2018, Eva Munter e la figlia con lei convivente, si sono viste sequestrare il cane: i carabinieri si sono presentati a casa loro, su ordine di un mandato del giudice, ed hanno portato Miro al canile di Marco Rovereto, dove vi è rimasto per una ventina di giorni.
Sì: parliamo di un cane sequestrato perché accusato di abbaiare troppo.
La mobilitazione del web per salvare il cane sequestrato
A seguito del sequestro di Miro, Eva Munter non si è assolutamente arresa: ha diffuso la storia e chiesto aiuto tramite web. Qui, attraverso campagne e condivisioni, si sono raggiunte in breve tempo 240.000 firme, alcune delle quali anche dall’estero, per liberare il cane sequestrato dall’ingiusta detenzione.
Nonostante l’indignazione del web, era necessario aspettare il verdetto del giudice del riesame, che il 10 Aprile ha finalmente decretato la liberazione del maremmano. Due giorni dopo Miro ha potuto finalmente tornare alla sua libertà, accolto dal caloroso abbraccio fisico della sua famiglia, e virtuale dei suoi sostenitori.
Il giusto equilibrio tra il non dormire la notte e il vedersi sequestrare il cane
Vivendo in un paese civile e democratico, è ovvio che la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri. In casi come questo, situazione simbolo di disagi vissuti da molti, è doveroso riuscire a trovare il giusto compromesso tra il diritto di abbaiare del cane ed il diritto di riposare senza fastidi.
Se si abita in un contesto urbano, o che comunque comporta dei vicini di casa, è loro diritto riuscire a riposare serenamente durante le ore notturne, senza essere continuamente svegliati o disturbati dai cani.
L’art. 659 del codice penale, infatti, stabilisce che “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a trecentonove euro”.
Quindi l’ abbaiare del cane, giudicato un diritto esistenziale da diversi Tribunali, non deve superare i limiti di tollerabilità.
D’altro canto, proprio perché tale azione è totalmente naturale per il cane – ed anche, a volte, funzionale ai fini della difesa dell’abitazione- la soluzione non può certo essere il sequestro!
Si devono trovare soluzioni differenti, già adottate in diversi casi, attraverso le quali riuscire a tutelare sia il riposo notturno che la libertà dell’animale. Un esempio? Non lasciare il cane in giardino di notte, facendolo entrare nella propria casa in modo che non disturbi. Oppure, nel caso di terreni confinanti, inserire una rete intermedia nel terreno in modo che il cane non vada ad abbaiare proprio in prossimità dell’abitazione altrui.
Di soluzioni, rispetto al sequestro, ce ne sono molte: tutte che tutelano l’animale limitando il suo agire solo nelle ore notturne.
Miro è stato rilasciato, ma è giusto il sequestro del cane?
Fra le tante obiezioni lamentate per tale notizia, una in particolare ci preme: il sequestro del cane, preso e rinchiuso, poiché inteso come bene.
Seppur sia previsto a livello legislativo, riteniamo che il sequestro non dovrebbe essere applicato ad un essere senziente.
Questa storia dunque, come quella di Lessie 70 anni fa, ha il suo lieto fine: sudato e guadagnato. Sicuramente la mobilitazione del popolo di internet ha contribuito ad aprire gli occhi su un grande problema, che evidenzia una carenza legislativa da colmare.
Speriamo dunque che, grazie a questa storia che ricorderemo come “la storia del cane sequestrato perché abbaiava troppo“, le proposte di legge che attribuiscono al cane diritti come membro della famiglia vengano finalmente discusse ed approvate!
Per qualunque informazione scrivici a info@avvocatoanimali.it
Comments are Closed