Vittoria! Ottenuto l’ affidamento condiviso di Iron, il cane conteso
Il giudice restituisce il cane al legittimo proprietario, stabilendo un affidamento condiviso, dopo che la ex compagna lo ha tenuto lontano per più di due anni. Non ci siamo mai arresi! Parola d’ordine: determinazione.
Lei non vuole condividere la custodia del cane adottato da entrambi e se ne impossessa per due anni
Tutto ebbe inizio nell’agosto del 2014 quando il signor C. rinvenne un cucciolo di cane che adottò e chiamò Iron. Poco dopo il rinvenimento del cucciolo il signor C. conobbe la signora S. intraprendendo con lei una relazione sentimentale che li portò, tra le cose, ad adottare un secondo cane.
Per momentanea impossibilità della coppia di gestirli, i cani vennero lasciati per qualche giorno a casa dei genitori della signora S. la quale, nel mentre, decise di interrompere la relazione ed escluse categoricamente di restituire Iron, o di condividerne la custodia.
Affidamento condiviso: l’applicazione della norma fino ad oggi
Come già abbiamo trattato in altri nostri articoli (L’affidamento dell’animale in caso di separazione: evoluzioni recenti.), capita sempre più spesso che a seguito di separazione, gli ex partner si rivolgano al giudice chiedendo di regolamentare la gestione e la custodia dell’animale di famiglia conteso.
Purtroppo la disciplina vigente è carente per quanto attiene la tutela dell’animale di famiglia: in caso di separazione, infatti, non vi è alcuna norma o indicazione legislativa che determini come ci si debba comportare con il mantenimento e la custodia.
Ad oggi l’animale non è considerato come un essere vivente senziente, ma come un bene mobile, un oggetto che viene lasciato all’uno o all’altro ex partner insieme a mobili, libri e tutte le cose materiali che vengono divise a seguito di una separazione.
Ma come si può dividere equamente il tempo e l’affetto che un animale può offrire, se il giudice non ha indicazioni da seguire?
I casi sono due: nel primo gli ex partner trovano un accordo concordando sulla gestione e sull’affidamento condiviso dell’animale, ben coscienti del fatto che la separazione sarà un trauma non solo per loro ma anche per lui, che ha sempre vissuto con entrambi i suoi umani accanto.
Nel secondo caso gli ex partner non hanno alcuna intenzione di collaborare per trovare una soluzione, così è necessario che siano gli avvocati ad intervenire per trovare un legittimo e lecito accordo.
Per chi è in possesso dell’animale al momento della separazione, prenderlo in “ostaggio” non è la soluzione legittima e lecita di cui stiamo parlando (come ha confermato il Tribunale).
Affidamento condiviso: e se l’ex partner non vuole collaborare per trovare un accordo?
E’ la situazione in cui ci siamo trovati dovendo aiutare il signor C. a riabbracciare il proprio cane ingiustamente sottratto. Per trovare una risposta a questa domanda abbiamo innanzitutto dovuto dimostrare che tra le parti, prima della separazione, vi fosse una situazione di compossesso dell’animale – possesso di entrambe le parti che, abitando insieme, lo hanno sfamato, coccolato ed amato (anche se con modalità differenti).
Inizialmente il Tribunale di Brescia ha rigettato la nostra richiesta sostenendo che l’interruzione della relazione affettiva tra le parti, in particolare l‘interruzione della loro convivenza, non consente il ripristino della precedente situazione, non essendo possibile restaurare la pregressa condizione di compossesso dell’animale.
Il Tribunale con questa prima pronuncia ha dichiarato di non poter stabilire periodi alternati di permanenza di Iron con le due parti in quanto, da un lato, anche in questo caso si realizzerebbe una situazione differente da quella originaria e, dall’altro lato, in tal modo si adotterebbero provvedimenti del tipo di quelli previsti in materia di filiazione per i genitori che si separano, del tutto estranei rispetto alla materia delle azioni possessorie.
Viene dunque escluso che il giudice possa determinare le condizioni per un affidamento condiviso, e stabilire una situazione differente rispetto a quella originale: motivi per cui viene respinta la nostra richiesta.
Nonostante la negativa decisione del giudice ed il persistente rifiuto della controparte a trovare un accordo, il signor C., ancor più determinato a riottenere il proprio amico peloso, ha voluto continuare questa battaglia.
Abbiamo quindi presentato un reclamo al giudice sottolineando sì, l’impossibilità di ripristinare la medesima situazione antecedente alla separazione delle parti, ma evidenziando la possibilità di individuare una situazione differente che potesse soddisfare tutti, cane compreso.
Affidamento condiviso: il lieto fine di una vicenda durata quasi due anni
Fortunatamente il nostro reclamo ha convinto il Giudice che, ben compresa l’incresciosa e dolorosa situazione, si è pronunciato a nostro favore. Poco dopo, dunque è stato finalmente imposto alla signora S. di reintegrare immediatamente il signor C. nel possesso di Iron stabilendo che il cane “dovrà rimanere presso ciascuna delle parti, nei rispettivi domicili, con alternanza settimanale ovvero per periodi di tempo, della stessa entità per entrambe le parti, più brevi o più lunghi, concordati tra le stesse”.
Una grande conquista per noi, che dopo due anni non vediamo l’ora di sapere Iron felice tra le braccia del suo amico umano che ha tanto lottato per riottenerlo.
Con questa decisione è dunque chiaro che, nonostante la chiusura e l’assenza di collaborazione dell’ex partner, è sempre possibile ottenere una custodia congiunta se si è muniti di determinazione e si ha tempo ed amore da dedicare ai propri animali!
Per informazioni non esitare a contattarci. Scrivi a info@avvocatoanimali.it
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